Solido, silenzioso, decisivo. Quando si parla dei grandi portieri italiani, Angelo Peruzzi rappresenta un modello di affidabilità assoluta. Con oltre 600 partite da professionista, numerosi trofei conquistati e una lunga militanza in Nazionale, Peruzzi ha scritto pagine fondamentali del calcio italiano. In questo approfondimento a cura di Calcio di Rigore, esploreremo la biografia di un numero uno fuori dagli schemi, apprezzato da allenatori e compagni per la sua serietà, la leadership e le parate decisive.
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Gli inizi alla Roma: una promessa che esplode
Angelo Peruzzi nasce a Blera, in provincia di Viterbo, il 16 febbraio 1970. Cresce calcisticamente nella Roma, dove debutta in Serie A a soli 17 anni. Il talento è evidente, ma la carriera del giovane portiere si complica presto a causa di una squalifica per doping nel 1990. Rientrato con umiltà e forza mentale, riparte dalla Juventus, dove scriverà le pagine più importanti della sua carriera.
Juventus: il decennio dei trionfi
Alla Juventus, Peruzzi arriva nel 1991. Dopo una stagione di apprendistato, diventa titolare fisso nel 1992 e da quel momento guida la difesa bianconera per sette stagioni.
Con i bianconeri vince tutto:
3 Scudetti (1994–95, 1996–97, 1997–98)
1 Coppa Italia
2 Supercoppe Italiane
1 Champions League (1995–96)
1 Supercoppa UEFA
1 Coppa Intercontinentale
Nel 1996 è protagonista nella finale di Champions vinta contro l’Ajax ai rigori. In quegli anni, il suo stile di gioco è improntato alla forza fisica, ai riflessi e a una freddezza impressionante nei momenti cruciali.
L’avventura all’Inter e la consacrazione alla Lazio
Nel 1999 Peruzzi passa all’Inter, ma l’esperienza dura solo una stagione. L’anno successivo si trasferisce alla Lazio, dove ritrova stabilità e si impone come uno dei portieri più continui della Serie A.
Con i biancocelesti gioca 7 stagioni da titolare, dal 2000 al 2007, e conquista:
1 Coppa Italia (2003–04)
1 Supercoppa Italiana (2000)
Diventa capitano e leader dello spogliatoio, mostrando una maturità tattica che ne esalta la seconda parte della carriera.
Nazionale: l’azzurro mai del tutto suo
Nonostante le 31 presenze in Nazionale, la carriera azzurra di Peruzzi è spesso frenata dalla concorrenza di autentici fuoriclasse come Pagliuca, Buffon e Toldo.
Partecipa come secondo portiere a:
Euro 1996
Mondiali 1998
Mondiali 2006 (come terzo, vince il titolo)
Il punto più alto resta il Mondiale in Germania nel 2006, dove ricopre un ruolo fondamentale nel gruppo di Lippi, guidando i più giovani e offrendo esperienza e carisma. Il titolo mondiale, pur senza giocare, è la ciliegina sulla torta di una carriera esemplare.
Stile di gioco e personalità
Fisico imponente, reattività esplosiva e grande istinto: Peruzzi era un portiere poco spettacolare ma altamente efficace. Abile sui rigori, eccellente nelle uscite basse e molto forte nell’uno contro uno. Il suo punto di forza era anche il carattere: mai una parola fuori posto, uomo squadra, rispettato da tutti. È stato spesso definito un “leader silenzioso”, capace di guidare il gruppo con l’esempio più che con la voce.
Carriera in numeri
Club | Periodo | Presenze | Trofei vinti |
---|---|---|---|
Roma | 1987–1991 | 39 | – |
Juventus | 1991–1999 | 301 | 3 Scudetti, 1 Coppa Italia, 1 Champions League |
Inter | 1999–2000 | 38 | – |
Lazio | 2000–2007 | 226 | 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa |
Nazionale | 1995–2005 | 31 | Campione del Mondo 2006 |
Dopo il ritiro: dirigente e uomo squadra
Dopo il ritiro nel 2007, Peruzzi ha intrapreso la carriera dirigenziale. È stato per anni team manager della Nazionale Italiana, con cui ha collaborato fino al 2021. Figura discreta ma influente, è stato uno dei principali uomini di fiducia di Roberto Mancini durante l’Europeo vinto nel 2021.
Attualmente è coinvolto in progetti legati alla formazione giovanile e viene spesso interpellato come esperto in ambito tecnico federale.
Curiosità
È il portiere più basso della storia recente della Nazionale (1,81 m), ma uno dei più efficaci.
È considerato da Buffon uno dei suoi mentori più importanti.
Peruzzi non ha mai lasciato l’Italia come giocatore, legando la sua carriera esclusivamente a club italiani.
Conclusioni
La biografia di Angelo Peruzzi racconta di un portiere concreto, affidabile e vincente. Un professionista che ha lasciato il segno ovunque abbia giocato, senza mai cercare la ribalta mediatica. Con i suoi silenzi e le sue parate, ha conquistato il rispetto di tifosi, allenatori e compagni di squadra. In un calcio che oggi privilegia l’apparenza, Peruzzi rappresenta la sostanza.
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